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In carcere a Fuorni scoperti altri 9 telefonini cellulari Cronaca Primo piano 

In carcere a Fuorni scoperti altri 9 telefonini cellulari

Pensavano fosse del materiale sportivo dimenticato da un detenuto che se l’era dimenticato dopo aver effettuato attività sportiva nella zona del campo di calcio del carcere di Salerno. Ma la sorpresa gli agenti della polizia penitenziaria l’hanno avuta quando sono andati a controllare meglio, trovando così nove telefoni cellulare per ricevere e fare chiamate. Una scoperta che ha allarmato gli agenti che hanno segnalato gli apparecchi, su cui ora sono state avviate delle indagini da parte della Procura di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli. Molti gli interrogativi a cui dare una risposta: in che modo sono arrivati i telefoni all’interno della casa circondariale e che uso che ne veniva fatto. Si tratta solo dell’ultimo ritrovamento analogo nella struttura di via del Tonnazzo. Qualche giorno fa, infatti, gli agenti avevano già scoperto altri sei telefoni cellulari in possesso di alcuni detenuti. In questo caso, gli smartphone avevano tutti gli accessori necessari per essere utilizzati nel tempo.

Non solo schede sim per riuscire a telefonare o a collegarsi ad internet per utilizzare le applicazioni di messaggistica istantanea, ma pure dei caricabatterie per far sì che gli strumenti non diventassero “usa e getta” appena consumata la carica della batteria. Episodi che, ormai, si ripetono a cadenza quasi ritmica nella struttura detentiva guidata dalla direttrice Rita Romano. Dunque, si conferma il fatto che maxi-operazione portata a termine nelle scorse settimane al carcere di Salerno non è bastata per fermare l’ingresso nelle celle di strumenti tecnologici per comunicare con l’esterno. Le attività investigative, infatti, avevano portato alla luce non solo i continui ingressi di telefoni cellulari all’interno della struttura penitenziaria ma soprattutto la creazione di vere e proprie piazze di spaccio tra le celle, con rifornimenti continui di droga e una lotta interna fra gruppi rivali che si contendevano l’egemonia delle attività illecite.

Un vaso di Pandora scoperto- scrive la Città-, la punta di un iceberg già svelato dalle numerose e continue operazioni della locale polizia penitenziaria che, a più riprese, nell’ambito dei controlli disposti dalla direzione, hanno intercettato dosi di sostanze stupefacenti e tanti, tantissimi cellulari utilizzati per mantenere i contatti con l’esterno. Ecco perché le verifiche vanno avanti nonostante le segnalazioni. Infatti, nonostante un organico ridotto all’osso, i poliziotti penitenziari continuano incessantemente nel loro lavoro che permette di scoprire altre situazioni al limite o al di fuori di quanto consentito dalla legge. Movimenti “loschi” che proseguono. E che non si fermano neanche dopo la maxi-operazione di qualche settimana fa che ha bloccato un vero e proprio “sistema illecito” fra le celle del carcere di Fuorni.

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